Disoccupazione in Spagna e alle Canarie: aumenti sensibili e record negativo dal 2013
- Emy 58
- 28 apr
- Tempo di lettura: 5 min
Fragilità occupazionale e prospettive incerte per lavoratori e migranti.
Tra crescita occupazionale e precarietà, il mercato del lavoro spagnolo si conferma ancora fragile.

La disoccupazione continua a rappresentare uno dei problemi più gravi e radicati della Spagna, un fenomeno che negli ultimi decenni ha caratterizzato il panorama socio-economico del Paese. A questi problemi si aggiungono i bassi salari e una diffusa precarietà lavorativa, che coinvolge ampie fasce della popolazione, in particolare giovani e donne.
Paradossalmente, molti italiani che decidono di trasferirsi in Spagna in cerca di migliori opportunità occupazionali, soprattutto nel settore del lavoro dipendente, si trovano spesso a confrontarsi con condizioni di lavoro che non rispecchiano le loro aspettative iniziali. Ne deriva, in molti casi, una profonda disillusione e una realizzazione parziale o insoddisfacente del progetto migratorio.

Il Paese perde 92.500 occupati nel primo trimestre
La disoccupazione è il vero tallone d'Achille dell'economia spagnola e continua a mostrare segnali preoccupanti. I dati dell'Encuesta de Población Activa (EPA) relativi ai primi tre mesi del 2025 rivelano come, nonostante gli sforzi degli anni recenti per rafforzare il mercato del lavoro, il numero dei disoccupati sia tornato a crescere con forza.
Secondo l'Istituto Nazionale di Statistica (INE), i disoccupati sono passati da 2,56 milioni alla fine del 2024 a 2,79 milioni nel primo trimestre del 2025. Si registra così un incremento di 193.700 unità, il maggiore aumento trimestrale dagli anni della Grande Recessione del 2013. Questo dato sottolinea come, al di là delle dinamiche positive registrate nel recente passato, la struttura occupazionale spagnola resti fragile e fortemente esposta ai mutamenti economici e stagionali.
L'effetto della stagionalità e delle condizioni esterne
Il periodo gennaio-marzo risente tradizionalmente della sfavorevole stagionalità che caratterizza il mercato del lavoro spagnolo, ancora oggi fortemente dipendente dal settore turistico.

La fine della campagna natalizia, le condizioni meteorologiche avverse, con abbondanti precipitazioni, e lo slittamento della Settimana Santa ad aprile — quindi fuori dal periodo considerato — hanno contribuito a peggiorare ulteriormente i numeri. Nonostante su base annua si registri un incremento di 515.400 occupati, il ritmo di crescita appare decisamente più contenuto rispetto agli anni immediatamente successivi alla pandemia, quando l'economia beneficiava di una spinta eccezionale legata alla ripresa dei consumi interni ed esterni.
Evoluzione dei principali indicatori occupazionali
Entrando nel dettaglio, il tasso di disoccupazione è salito all'11,4%, con un incremento di 0,8 punti percentuali rispetto al trimestre precedente. Pur rimanendo inferiore di 0,9 punti rispetto allo stesso periodo del 2024, questo dato evidenzia una battuta d'arresto significativa nel trend positivo registrato negli ultimi anni. Su base annuale, il numero complessivo di disoccupati si è ridotto di 188.700 unità (-6,34%). Parallelamente, il numero totale di occupati si è contratto di 92.500 persone rispetto all'ultimo trimestre, stabilizzandosi a 21,8 milioni di occupati, pari a una variazione negativa dello 0,42%.
Differenze di genere e settoriali
Analizzando la distribuzione per genere, emerge che il calo occupazionale ha colpito prevalentemente gli uomini, con una riduzione di 94.100 unità, mentre l'occupazione femminile ha registrato una lieve ma significativa crescita di 1.600 unità, raggiungendo il nuovo massimo storico di 10.152.800 donne occupate. Questo andamento conferma un consolidamento della presenza femminile nel mercato del lavoro, sebbene permangano ancora ampie disuguaglianze salariali e di accesso a posizioni di responsabilità.
Dal punto di vista settoriale, i dati mostrano una crescita dell'occupazione esclusivamente nell'Agricoltura, con un incremento di 25.000 unità, mentre si registra una forte diminuzione nei Servizi (-112.300 posti), una flessione più contenuta nell'Industria (-4.400) e una sostanziale stabilità nell'Edilizia (-700). La vulnerabilità del comparto dei servizi, particolarmente esposto agli andamenti stagionali, emerge ancora una volta come un elemento critico.
Lavoro a tempo parziale e contratti
Un dato che merita attenzione è il nuovo record di occupati a tempo parziale, saliti a 3.075.900 (+16.900 unità), in contrasto con la diminuzione di 109.400 unità registrata nell'occupazione a tempo pieno.

Questo fenomeno, sebbene parzialmente interpretabile come un aumento della flessibilità nel mercato del lavoro, segnala anche un incremento della precarietà, in quanto molti contratti part-time non rispondono a una libera scelta del lavoratore ma a una necessità imposta dalla scarsità di alternative.
La situazione alle Canarie
Anche nelle Isole Canarie la disoccupazione continua a rappresentare un problema serio, in linea con quanto avviene nel resto della Spagna. Secondo i dati dell'Encuesta de Población Activa (EPA) pubblicati dall'Istituto Nazionale di Statistica (INE), nel primo trimestre del 2025 la disoccupazione nelle isole è aumentata di 21.800 unità, raggiungendo quota 160.200 disoccupati. Il tasso di disoccupazione si attesta così al 13,53%.

Questo dato conferma che, sebbene le Canarie siano spesso viste come una meta attrattiva anche dagli italiani in cerca di nuove opportunità, il mercato del lavoro locale resta fragile e segnato da criticità strutturali. Le prospettive lavorative non sono semplici, soprattutto per chi cerca occupazione stabile e ben retribuita.
Disoccupazione giovanile alle Canarie: una crisi persistente
Per quanto riguarda i giovani, la situazione nelle Isole Canarie si mostra particolarmente preoccupante. Il numero di disoccupati sotto i 25 anni è aumentato di 7.200 unità negli ultimi tre mesi, portando il tasso di disoccupazione giovanile a raggiungere il 32,06%.

Questo dato evidenzia come, nonostante le iniziative locali e nazionali per favorire l'inserimento lavorativo dei giovani, il problema della disoccupazione tra le nuove generazioni rimanga acuto e irrisolto. Un tasso superiore al 30% indica una difficoltà strutturale che limita fortemente le prospettive di crescita e di stabilità economica per la popolazione più giovane. Tale scenario, già complesso a livello nazionale, assume nelle Canarie connotati ancora più critici, anche a causa della forte dipendenza settoriale dall'industria turistica e dalla precarietà contrattuale.
Considerazioni finali
In conclusione, i dati confermano che il mercato del lavoro spagnolo, pur mostrando alcuni progressi in termini di stabilizzazione contrattuale, resta esposto a cicli stagionali, vulnerabile agli shock esterni e incapace, per ora, di consolidare una crescita robusta e inclusiva. La crescita dell'occupazione, pur positiva nei numeri assoluti, si rivela ancora insufficiente a consolidare una solida inversione strutturale della fragilità occupazionale del Paese. Per chi guarda alla Spagna come terra di opportunità lavorative, è quindi fondamentale considerare con realismo il contesto attuale, valutando attentamente opportunità e rischi.
✍️Italiano alle Canarie
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