
Le Canarie e il paradosso dell’occupazione
EPA tercer trimestre 2025 — Más empleo… y más paro
Cos’è l’EPA e cosa significa “Más empleo… y más paro”
L’Encuesta de Población Activa (EPA) è l’indagine trimestrale dell’INE che misura il tasso di disoccupazione in Spagna: rappresenta il rapporto tra le persone senza lavoro e la popolazione attiva (occupati + disoccupati).
Nel terzo trimestre 2025, l’INE ha diffuso il motto “Más empleo… y más paro”, ovvero “più occupazione… e più disoccupati”.
Una formula paradossale che descrive una realtà in cui aumentano sia i posti di lavoro sia le persone in cerca di lavoro, perché cresce la forza lavoro complessiva.
📺 Lo screenshot che accompagna questo post è stato catturato dal telegiornale di La Uno (TVE) il 24 ottobre 2025. La grafica mostra come la Spagna resta uno dei Paesi con i tassi di disoccupazione più alti d’Europa (media UE 5,9%, area euro 6,2%, fonti: (Eurostat, Trading Economics), e come le Canarie continuino a registrare un tasso di disoccupazione stabilmente superiore alla media nazionale: 15% contro il 10,45% spagnolo.
È un dato che parla da sé. Vivere alle Canarie non significa automaticamente lavorare.
A meno che non si disponga di competenze professionali solide e facilmente spendibili sul mercato, trovare lavoro qui resta un percorso complesso e incerto, come confermano i numeri anno dopo anno.
Una Spagna a due velocità
L’ultima Encuesta de Población Activa (INE) fotografa un Paese che cresce in modo diseguale. Mentre la media nazionale della disoccupazione scende al 10,45%, Andalucía e Canarias restano bloccate al 15%, circa il 40% in più rispetto alla media nazionale.
Un’economia in movimento… ma non in progresso
La realtà è che le Canarie generano più occupazione, ma anche più disoccupati. Contratti brevi, lavori stagionali, rotazione continua e una forza lavoro in costante aumento, alimentata da nuovi residenti e flussi migratori , rendono l’occupazione instabile e frammentata.
Il risultato è un’economia che si muove, ma non riduce realmente il disagio sociale. La crescita è superficiale, basata su numeri che migliorano a tratti, senza cambiare la sostanza di un modello produttivo fragile e dipendente dal turismo.
Conclusione
La Spagna può vantarsi di más empleo (più impiego), ma la realtà canaria racconta una sfumatura diversa. I dati del terzo trimestre — che corrispondono ai mesi di bassa stagione turistica (luglio, agosto e settembre) — spiegano in parte il rialzo del tasso di disoccupazione al 15%, ma non lo giustificano del tutto.
Anche quando l’arcipelago si prepara alla ripresa autunnale e all’arrivo dell’alta stagione, il problema resta strutturale: un modello economico troppo dipendente dal turismo, fondato su occupazioni temporanee e poco qualificate, incapace di garantire stabilità.
La vera emergenza, dunque, non è solo trovare lavoro, ma costruire lavoro stabile, qualificato e duraturo






