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Pensioni all’Estero: Niente Perequazione 2025

  • Immagine del redattore: Emy 58
    Emy 58
  • 17 dic 2024
  • Tempo di lettura: 6 min

Aggiornamento: 19 mag

pensioni estero 2025

AGGIORNAMENTO AL 15 MAGGIO 2025 - 👀👉vai alla notizia aggiornata


La Legge di Bilancio 2025 introduce, in via eccezionale, la sospensione della rivalutazione automatica delle pensioni.


Storicamente, la rivalutazione automatica delle pensioni rappresenta un meccanismo fondamentale per proteggere il potere d'acquisto dei pensionati dall'inflazione.


Tuttavia, questa sospensione appare come un accanimento mirato ai pensionati residenti all'estero, una categoria già esclusa da altre misure di tutela sociale.


La decisione appare ancora più singolare considerando che negli anni precedenti, durante periodi economici difficili, la rivalutazione è sempre stata mantenuta almeno parzialmente per tutti i pensionati italiani residenti all'estero che percepiscono trattamenti superiori al minimo INPS.


Di conseguenza, per l'anno 2025, questi pensionati non beneficeranno dell'adeguamento all'inflazione previsto per le pensioni, a differenza dei pensionati residenti in Italia, per i quali la rivalutazione automatica continuerà a essere applicata, seppur con criteri differenziati in base alle fasce di reddito.


Questo crea un divario significativo, soprattutto considerando che l'inflazione stimata per il 2025 potrebbe superare il 2%, erodendo ulteriormente il potere d'acquisto di chi risiede all'estero, spesso in paesi con costi della vita più elevati rispetto alla media italiana. previsto per le pensioni.


L'unica eccezione riguarda i pensionati con trattamenti inferiori al minimo INPS: in questi casi, la rivalutazione sarà comunque applicata, ma solo fino al raggiungimento del limite maggiorato previsto dalla normativa.


Secondo gli ultimi dati aggiornati, questa misura coinvolgerà circa 60.746 pensionati residenti all'estero (su un totale di oltre 310.000) che percepiscono assegni superiori al minimo.

Pensioni estero 2025

Un risparmio ridicolo

Il governo ha giustificato la scelta con la necessità di contenere la spesa pubblica (8 milioni di euro - ridicoli) e mantenere gli impegni di bilancio fissati dall'UE.


Tuttavia, questa decisione ha suscitato aspre critiche da parte delle associazioni dei pensionati, che denunciano una penalizzazione per coloro che risiedono in paesi con un alto costo della vita.


Pensionati Ex INPDAP traditi due volte

Un ulteriore motivo di disparità riguarda i pensionati ex INPDAP residenti all'estero, che continuano a pagare le tasse in Italia perché il loro reddito pensionistico è considerato di fonte italiana.

Pensioni Ex INPDAP 2025

Nonostante questa contribuzione fiscale, essi non beneficeranno della rivalutazione della pensione, a differenza dei residenti in patria, il che rappresenta un'ulteriore ingiustizia e un paradosso evidente nel sistema previdenziale italiano, continuando a pagare le tasse in Italia ma che saranno esclusi da questa perequazione, benché irrisoria.


Questi pensionati vedono così rafforzarsi una sensazione di abbandono e disuguaglianza rispetto a chi risiede in Italia.


In paesi come la Spagna o il Portogallo, due mete particolarmente popolari tra i pensionati italiani, l’aumento dei prezzi negli ultimi anni ha già avuto un impatto tangibile sulle spese di base, come la sanità, gli affitti e i beni di consumo quotidiano.


Dubbi di costituzionalità

Gli emendamenti presentati nella Legge di Bilancio 2025 per bloccare l'Art. 27 sono stati dichiarati inammissibili dalla Corte Costituzionale.

Art 3 costituzione

Tale decisione, a parere di molti appare in contrasto con il principio costituzionale di uguaglianza sancito dall'Art. 3 della Costituzione Italiana, secondo cui tutti i cittadini sono uguali di fronte alla legge e godono degli stessi diritti.


La sospensione della rivalutazione delle pensioni per una specifica categoria, come i pensionati ex INPDAP che continuano a pagare IRPEF e Addizionali in Italia poiché il loro reddito è considerato di fonte italiana, è percepita come una doppia discriminazione e non in linea con i principi fondamentali di equità e giustizia sociale.


Un risparmio ridicolo

Il risparmio complessivo derivante dalla misura si aggira intorno a 8 milioni di euro, una cifra che avrebbe potuto essere recuperata attraverso altre misure alternative.


Ad esempio, il governo avrebbe potuto puntare su una maggiore lotta all'evasione fiscale, che continua a rappresentare una delle principali perdite per lo Stato, o su un taglio delle spese non essenziali in altri settori meno critici per il benessere dei cittadini.


Altre soluzioni avrebbero potuto includere l'introduzione di una tassazione più equa per i redditi elevati o la revisione delle agevolazioni fiscali destinate a grandi aziende e multinazionali.


Va sottolineato che 8 milioni di euro rappresentano una cifra del tutto insignificante nel contesto di un bilancio statale che supera centinaia di miliardi, rendendo questa misura non solo poco efficace, ma anche percepita come umiliante dai pensionati coinvolti, che si sentono abbandonati da uno Stato che prima li ha costretti (nella stragrande maggioranza dei casi) ad andarsene e poi li penalizza ulteriormente con un trattamento tanto ingiusto quanto irrisorio.


Pensioni estere: una soluzione di giustizia sociale

Se lo Stato volesse essere davvero equo e giusto, dovrebbe riconoscere che la rivalutazione delle pensioni basata sull'inflazione del paese di residenza è l'unica soluzione che rispetta i principi costituzionali di uguaglianza e giustizia sociale.

Pensioni all'estero

Ogni pensionato residente all'estero affronta costi della vita diversi, spesso significativamente superiori a quelli italiani, e ignorare questa realtà equivale a un deliberato atto di ingiustizia.


La misura attuale non solo appare iniqua, ma sembra configurarsi come un vero e proprio "accanimento terapeutico" nei confronti di una classe sociale già fragile e vulnerabile, che viene colpita con fredda indifferenza da decisioni che non tengono conto della loro dignità e delle loro esigenze reali.

AGGIORNAMENTO AL 15 MAGGIO 2025

La posizione della Corte Costituzionale

Con la sentenza n. 19/2025, la Corte Costituzionale ha giudicato legittimo il blocco della perequazione per le pensioni di importo elevato introdotto nel 2023, ritenendo che la misura non violi i principi di ragionevolezza, proporzionalità e adeguatezza. Tuttavia, la Corte non si è pronunciata in modo diretto sul caso specifico dei pensionati residenti all’estero, lasciando aperto uno spiraglio per possibili ricorsi.


Reazioni dalla politica e dai sindacati

L’onorevole Fabio Porta (PD) ha duramente criticato il provvedimento, sottolineando come esso penalizzi pensioni di circa 750 euro mensili, ovvero trattamenti tutt’altro che alti. A suo giudizio, si tratta di una violazione della Costituzione e dei trattati internazionali che tutelano i diritti dei cittadini italiani residenti all’estero.

Sul fronte sindacale, la Confsal Unsa Esteri ha denunciato una discriminazione palese nei confronti degli italiani all’estero. Lo SPI CGIL, invece, ha avviato una campagna di raccolta dati per promuovere azioni collettive e tutelare il principio di equità tra pensionati.


I rilievi del mondo giuridico

Anche gli esperti legali si sono espressi. In particolare, lo Studio Legale Chessa ha evidenziato come l’esclusione dalla perequazione per i pensionati all’estero possa costituire una violazione dell’articolo 3 della Costituzione, che tutela il principio di uguaglianza tra tutti i cittadini, indipendentemente dalla loro residenza.


Conclusione: una battaglia quasi persa

Dal mio punto di vista, tuttavia, sarà difficile ottenere un pieno ripristino della perequazione per i residenti all’estero. La Corte ha ormai tracciato un orientamento che legittima, in situazioni di emergenza o di contenimento della spesa pubblica, il blocco della rivalutazione anche per fasce di pensioni medio-alte. Sebbene un margine giuridico resti aperto – poiché la Corte non si è pronunciata in modo specifico sulla discriminazione verso chi vive fuori dall’Italia – le possibilità di successo appaiono limitate. Non è ancora una pietra tombale, ma poco ci manca.


Una giustificazione inacettabile

Il congelamento della perequazione per motivi di bilancio, alla luce degli sviluppi più recenti, appare sempre più una beffa. Mentre l'Italia celebra con toni trionfalistici il raggiungimento del 2% del PIL da destinare alla spesa militare, e l’Unione Europea consente deroghe al Patto di Stabilità per finanziare il riarmo europeo, si sostiene che manchino le risorse per rivalutare pensioni.


Una motivazione che definire insostenibile è poco: è impossibile accettare che si blocchi la perequazione delle pensioni estere per risparmiare pochi milioni, mentre si tollera un'evasione fiscale che ogni anno sottrae allo Stato oltre 100 miliardi di euro. Un’ipocrisia governativa che non trova alcuna attenuante. Ma il paradosso più amaro è l’indifferenza dell’opinione pubblica: un silenzio assordante, interrotto solo da qualche indignazione sporadica sui social, dove a dominare sono le tastiere, ma non la coscienza collettiva

In conclusione, spero sinceramente che il post sul "Pensioni all’Estero: Niente Perequazione 2025" ti sia piaciuto e che tu lo abbia trovato esaustivo e interessante.


Dedico molta passione e tempo per creare contenuti completi, pensati appositamente per soddisfare la curiosità dei miei lettori.


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5 Comments


Guest
May 01

ASSURDO

i contributi per la pensione li abbiamo versati noi cittadini italiani residenti all´estero come quelli che risiedono in Italia !

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Andrea
Apr 04

Veramente siamo Italiani di classe B noi al estero,una verdadera VERGÜENZA FATE PENA

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Guest
Mar 04

Vorrei sapere, pensionati Italiani che risiedono all'estero x salute ; vengono penalizzati .i pensionati stranieri che vivono e portano la pensione in Italia ,dal suo paese d'origine vengono penalizzati ?le faccio presente al sindacato che è aumentato il vivere anche fuori dall'Italia .

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Guest
Dec 22, 2024

Una vera rapina verso i pensionati residenti all’estero !!! Bisogna reagire con forza ‼️

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Guest
Feb 22
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Trovo ingiusto ,il pensionato ha il diritto di vivere. Dove vuole x. Varíe esigenze soprattutto ( la salute) quindi hanno diritto di avere l'adeguamento della pensione dall'Italia.,governo penalizza e vuole fare cassa la costituzione allora dov'è,il pensionato ha pagato .x avere una vecchiaia dignitosa ?

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